sabato 19 marzo 2016

Café philo 22 marzo : GUARDA QUESTO!

Guarda questo!
A proposito di immaginazione ed empatia.
‘Immaginare è fare, è una specie di esplorazione personale, qualcosa che tutti facciamo per gran parte del nostro tempo.’ (I. Murdoch)

‘L’immaginazione appare innanzitutto una pratica, che deve essere adeguatamente esercitata, e si propone come la capacità della mente in grado di tessere la trama del complicato rapporto tra etica e vita, tra cultura e vita morale. Essa diventa la porta attraverso la quale l’etica si apre alla ricchezza dell’esperienza vissuta, alla varietà dei contesti esistenziali, emotivi, storici in cui prendono forma i giudizi e le valutazioni morali, ai linguaggi letterari e poetici che hanno dato espressione a visioni della vita, della morte, dell’amore, del perdono. Un nuovo sguardo viene gettato sulle fonti del pensiero morale e della normatività, ampliandone la comprensione con l’attenzione alla vita psichica, conscia e inconscia, a forme di relazione affettiva come la simpatia e l’empatia, a pratiche e sensibilità quotidiane che nutrono l’adesione a regole o principi.’ 
(L. Boella, Il coraggio dell’etica, Raffaello Cortina Editore, Milano 2012, p.176)



Dialogando insieme, tra senso comune, filosofia e scienza avvicineremo, forse, questioni di neuroetica.
Modera Cristina Alabastro con la partecipazione di Ginevra e Bruno Ortolani.
Ti aspettiamo!

Ps. Lettura consigliata: Laura Boella, Neuroetica, Raffaello Cortina Editore.

(se non riusciremo a dire di ‘neuroetica’, si potrà rimediare con una lettura….)

sabato 12 marzo 2016

Café philo 15 marzo: FARE L'IMPOSSIBILE

Fare l’impossibile
Etica ‘a cielo aperto’
Come distinguere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato?
L’audacia dell’immaginazione.
“La mia idea di immaginazione è molto semplice: essere capaci di pensare ciò che è assente.” (G. C. Spivak, Risistemare i desideri, attendere l’inatteso, intervista in aut aut, 333, 2006)
“Occorre lasciar vivere le contraddizioni e, quando si ha qualcosa di importante da fare, bisogna anzitutto farlo, anche se sembra che entriamo in contraddizione con noi stessi.” (V. Jankélévitch, Quelque part dans l’inachevé, Gallimard, Paris 1978)
“L’immaginazione porta infatti a contatto con l’alterità, a fare esperienza di ‘ciò che è opposto’ nella forma non dello scontro, bensì dell’essere toccati, chiamati dall’altro(…).
L’immaginazione, con la sua libertà e irrequietezza, porta il soggetto a sperimentare una molteplicità di prospettive e quindi a partecipare, in maniera emozionata, al destino altrui e agli avvenimenti del mondo. La ricreazione di nuovi orizzonti di senso, che avviene mediante l’immaginazione liberata dalla fantasticheria e dall’immaginario sociale, è un gesto radicale che si esprime nella rotazione dello sguardo e nell’abbandono della prospettiva dell’io. Per ‘vedere’ di più e altrimenti, come direbbe Iris Murdoch, bisogna lavorare di immaginazione(…).”                (L. Boella, Il coraggio dell’etica, Raffaello Cortina Editore)

Sulla via troveremo ancora il tema dell’etica: le riflessioni di Laura Boella e di Iris Murdoch, filosofe contemporanee, accenderanno il nostro dialogo.
Ti aspettiamo!

Modera Cristina Alabastro

Appuntamento presso il Ristorante Lino - via Roma 70 - Recco  alle 19.30

domenica 6 marzo 2016

NOTE FILOSOFICHE A MARGINE - 8 marzo 2016 al Ristorante Vitturin


Lo spirito della musica

 ‘La vera musica, che sa far ridere e all’improvviso ti aiuta a piangere..’ (P. Conte)
‘Senza la musica la vita sarebbe un errore’ (F. Nietzsche)
‘L’incanto del ritmo è quel tornare eternamente indietro al principio che apre al futuro. […] Non è un modello teorico, ma una provocazione a vivere. È l’unico punto in cui è in gioco la vita che fronteggia la morte, alla quale da sempre non si risponde con delle teorie.’ (C. Sini, L’incanto del ritmo)
‘Giorno e notte, un fuoco divino ci spinge ad aprire la via. Su vieni! Guardiamo all’Aperto, cerchiamo qualcosa di proprio, sebbene sia ancora lontano.’ (F. Hölderin, Pane e vino)
‘Noi siamo circondati dallo spettacolo, tutto oggi è spettacolo, non soltanto il teatro, il cinema, la televisione. Oggi anche gli uomini d’azione guardano, più che non agiscano. Perciò si rimane atterriti, quando viene qualcuno a rivelare cosa fu la tragedia greca. D’un tratto ci si accorge che quello non era soltanto un vedere, che quello spettacolo era l’essenza del mondo, contagiante, soverchiante gli oggetti che crediamo reali. […] Lo spettatore della tragedia greca veniva e conosceva qualcosa di più sulla natura della vita, perché veniva contagiato dall’interno, investito da una conoscenza che già esisteva prima di lui, che saliva dall’orchestra e suscitava la sua contemplazione, si confondeva con essa. E se la via dello spettacolo fosse la via della conoscenza, della liberazione, della vita insomma?’ (Introduzione di Giorgio Colli a La nascita della tragedia di F. Nietzsche)

Il nostro incontro sarà animato dal musicista-filosofo Piero Trofa, pianista d’eccezione laureato in Filosofia.

Come viandanti inizieremo la nostra via dal logos per tornare attraverso la musica al mito.

Un appuntamento di Café philo Recco,  martedì 8 marzo 2016 ore 19.30 presso il Ristorante Vitturin, Via dei Giustiniani 50, Recco

Ti aspettiamo

La casa di EUREKKO : Villa Doufur


La villa, detta originariamente "del Pecetto", fu costruita nel 1894 per volere di Agostino Mortola, su un terreno da lui stesso acquistato nel 1891; dopo la morte del committente, la villa passò in eredità ai suoi quattro nipoti, che il primo agosto 1908 cedettero la proprietà a Lorenzo Dufour; la villa divenne pertanto residenza di villeggiatura della famiglia Dufour. Gli attuali proprietari, nipoti di Madel Dufour e di Carlo Enrico Frisoni, con un restauro molto rispettoso dello spirito della casa, hanno riportato le sale di rappresentanza alla loro destinazione originaria, salvando infissi e pavimenti d'epoca. Circondata da un giardino a terrazza sul mare prospiciente il promontorio di Portofino, la costruzione documenta la straordinaria fortuna del linguaggio eclettico nell'architettura di quella stagione, linguaggio che accomuna l'edilizia cittadina genovese e a quella destinata alla villeggiatura e allo svago.
L'edificio, finito di costruire nel 1894, è un esempio di "casa di villeggiatura" ottocentesco che, al contrario di tanti altri, è stato perfettamente conservato nella situazione originale ed è ancora in perfette condizioni. I pavimenti sono in graniglia genovese a mosaico e i soffitti hanno stucchi policromi e tempere di ottima fattura e ben conservati. Il piano terra della villa (290 mq) si
articola in cinque sale di rappresentanza collegati direttamente con il giardino.

La villa è stata scelta dal FAI come sede dell'anteprima riservata ai soci della giornata di primavera 2008, e ed è sede ogni anno di iniziative culturali.

La casa è circondata da un grande giardino piano dominato da pini marittimi secolari e palme e offre una vista che si allarga a est dal promontorio di Portofino e Camogli e, a ovest, fino a Capo Mele.